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NON C’E’ ARIDITA’ NELL’ANIMO DI NESSUNO

a cura di Riccardo Pasini

Un mondo di fatti, di emozioni, sono l’assommarsi delle nostre abitudini, in rapporto all’età, secondo l‘evoluzione e le fasi accidentali di regressione. Ad ogni istante ci rappresentiamo la realtà quale essa è per noi. Ogni realtà è giusta, adeguata, ma la sofferenza esistenziale, psicologica, psicosomatica, esprime iceberg mentali, promovendo deviazioni, situazioni di fuga, come se la consapevolezza di starsene allo specchio del proprio film ci facesse nascere soprattutto timori e ossessioni in un susseguirsi incessante di toni alti e bassi, quindi logici.
Chiamiamola logicità del passato.
Al di là dell’apparentemente immotivato, è necessario giungere alla logica dell’accettarsi, dell’autostima, dell’agire perché tutto è in movimento.
Le rivoluzioni interne all’individuo, evidenziate, sono le più importante per il conseguimento delle mete ambite.
E’ importantissimo per il nostro equilibrio prendere per mano la nostra aggressività nelle pulsioni più disparate.
E’ un fatto che nella quotidianità ci sia il bene e il male come esprimentesi del nostro io interiore e dalla realtà che ci circonda.
Vivere non significa quindi aspettare passivamente che qualcosa accada, altrimenti qualcosa accade si, di tellurico dentro di noi, riempiendoci di paura di vivere di attesa della notte quale chiusura del di’ con la sua luce e i suoi problemi.
Basta scendere per strada, guardarsi attorno, percepire il percepibile adesso, che sarà poi il sentire più vero.
La ragione sta nella consapevolezza; si sostanzia del nostro mondo interiore, che superati abissi romantici, raccoglie dissonanze da antichi ricordi e memorie giovanili.
Il pessimismo è dato dalla non libertà, dalla non accettazione di se stessi.
Tutto ha significato. Il nostro è un appetire come fame vera e propria, esigenza di amore, di cibo, di sesso, nel più, nel meno, nel troppo.
Banalizzando per modo di dire, non fumiamo forse una saporita assurda sigaretta credendo nel gesto, credendo nella compagnia, credendo che in una nuvola di fumo ci sia la nostra capacità di essere più liberi, più capaci, più veri?
Nulla di più falso.
Per ognuno di noi esiste un’orchidea, esiste un manto di orchidee: allora dobbiamo ricordare che le orchidee si sostanziano di acque stagnanti. Ci inebriamo di sogni; nella società di oggi i sogni finiscono veramente all’alba.
I bambini, i nostri ragazzi, ormai hanno gli stessi problemi degli adulti.
Possiamo comprendere questo considerando che stimoli, visioni, emozioni,nel quarantenne di oggi sono vissuti in una determinata dialettica comportamentale comprensiva del passato, mentre nel bambino e nel ragazzo che hanno un passato relativo, gli stessi input giocano ingannevolmente con la loro semplicità incapace di sostenere virus di questo tipo.
Anche se dobbiamo ammettere che la società del momento offre davvero tanto e che probabilmente offrirà di più, è inutile parlare di macrobiotica o giù di li, quando viviamo di stress e ben poco di meditazione. La corruzione non viene dal progresso, ma ciò che di falso è in esso, come le tante bollicine colorate delle più svariate bibite a nostra ampia disposizione.
Al di là di qualsiasi critica sociale, al di là degli scandali, al di là di falsi moralismi, al di là di ossessive idee, al di là di esorcismi purificatori: smettiamo di sentirci ammalati!
Prima di tutto cerchiamo di amare la nostra nevrosi che appunto non è malattia, così riconosceremo e ameremo la nevrosi degli altri.
L’ansia fluttuante è come un abito che non vogliamo dimettere perché ci preserva da altre tensioni e motivi di cambiamento in peggio: ecco la paura di avere paura.
In fondo, freudianamente parlando, siamo anche istinto, che significa libertà dei nostri cinque sensi, una libertà giusta, moderna che non sia violentatrice di quella altrui, ma in sintonia e coadiutrice delle più diverse libertà.
Una canzone giustamente parla della emotiva angoscia al comparire”della prima goccia”illuminante tutta la nostra sensualità futura, che non deve conoscere angosce adolescenziali in età adulta: pena impotenze di vario tipo.
I tabù cadono, così i complessi, a patto che nuovi canoni, trascorrendo i tempi, abbiano risultati e adeguatezze migliori di quanto non siano stati, e l’argomento non è fuori luogo, dissacranti traduzioni in italiano di testi latini tanto ricchi.
Solo a quel patto si possono sostituire gli antichi canoni, altrimenti si cade nel caos, nel vivere ebbrezze false, nel non amore per se stessi, nella droga sempre più, nell’alcolismo sempre più.
Ecco il rischio già attuale di una sessualità non cerebrale, ma istintiva, violentatrice, surrogato. Per partire bene, allontanarsi dal panico, bisogne essere ottimisti ad oltranza a costo di morire sul campo: tanto poi non si muore.
Bisogna essere ambiziosi facendoci ridere per qualche punta di presunzione.
Se non amiamo noi stessi non possiamo amare il prossimo, non possiamo seguire le parole di Gesù Cristo che dice:”Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Agganciamoci agli slogan: è bello il bimbo, è bello il vecchio, è bella la natura negli animali, nelle piante; abbracciamo l’Amazzonia, calpestiamo la bomboletta.
Tutto questo simbolicamente, nella nostra mente, per sganciarci dalla routine.
Smascheriamoci a vicenda, dichiariamo ciò che pensiamo!
Per maleodoranti angoli politici, per la forza del sopruso, anche spicciolo, per una realtà machiavellica, si sia pure diplomatici, ma con coscienza di esserlo.
Queste righe sembrano contraddittorie, ma se noi dobbiamo cercare un equilibrio, lo dobbiamo trovare nelle nostre mille contraddizioni, ben sapendo che l’uno più uno scolastico non è il nostro uno più uno: offenderemmo la filosofia della ragione.
Bisogna uscire dai ranghi per rientrarne disintossicati, cosi che la maschera che abbiamo indossato anche per ataviche memorie, per stimoli di ambienti socio-culturali familiari e da mass-media, sia
Sostituita dal saperci conoscere e riconoscere.
Ci ameremo in senso più ampio con l’abbandono di ansie, conseguente depressione, angoscia, idee ossessive, rituali, paure.
Nella vita saremo vincenti.

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